Otranto

La storia di Otranto

Otranto è la città d’Italia posizionata più ad Est, una particolare condizione topografica che le ha portato notevoli vantaggi ma anche svantaggi, nel corso dei secoli. Recenti scoperte archeologiche testimoniano che Otranto conserva alcune tra le più primitive testimonianze di rapporti con le popolazioni dell’ area egea.

Tracce di insediamenti,che risalgono ad un periodo che va dal XIII al XI d.C., sono state rinvenute nei pressi della chiesetta di San Pietro nel pieno centro storico della città. La posizione, prettamente favorevole per gli scambi commerciali, ha permesso ad Otranto il contatto con il mondo ellenico e questo ha comportato una evoluzione più rapida del popolo talentino. Ne è prova l’ importante ipogeo delle Cariatidi di Vaste risalente alla seconda metà del IV secolo a.C.

Origini del nome

L’origine del nome della città di Otranto affonda le sue radici in tempi molto lontani. Secondo alcuni deriva da Hydruntum, un fiumicello che attraversa la Valle dell’ Idro, secondo altri invece il nome deriva da Odronto, che in passato indicava un’altura a ridosso del porto.

Notizie più certe sull’origine del nome della città si hanno però con Hydruntum, nel periodo romano, con lo sviluppo e il successivo consolidamento del Cristianesimo, testimoniato dalle numerose cellette presenti nella Valle delle Memorie e nella Valle dell’ Idro. Diverse comunità monastiche frequentavano queste cellette, che sono delle grotte di forma rettangolare scavate nelle pareti delle valli.

Lo sviluppo di Otranto

Durante la fine del VI secolo, nel Salento, si ebbe un ribaltamento delle gerarchie e un cambiamento della viabilità a livello territoriale, che fece risultare Otranto a capo di un asse che prosegue con Lecce, Oria e Taranto. Questo nuovo asse riprendeva un antichissimo percorso messapico che portò alla città un sostanziale miglioramento nelle vie di comunicazione con la Calabria. Questo nuovo schema di comunicazione causò però anche l’esclusione di alcuni centri nel Mezzogiorno e di Brindisi, determinandone un rapido decadimento. In quegli stessi anni la città di Otranto fu dotata di un eccezionale muro di cinta e di circa 100 torri a base quadrangolare disseminate lungo la costa.

Durante la dominazione bizantina Otranto conobbe un ulteriore periodo di trionfo con la costruzione della chiesa di San Pietro, edificata nel X secolo. Alla fine dell’XI secolo invece, venne edificata l’ Abbazia di San Nicola di Casole, che divenne il più importante centro del monachesimo italo-greco in Puglia e, tra il 1347 e il 1438, il monastero più ricco dell’ Italia meridionale. E’ proprio qui, nella ricchissima biblioteca dell’ Abbazia, che furono rinvenuti numerosi codici a dimostrazione dei profondi legami della Puglia con l’ Oriente.

La dominazione Normanna

Nell’XI secolo i Normanni e i loro alleati avevano conquistato una buona parte della Puglia, e solo Taranto, Brindisi e Otranto rimanevano fedeli ai Bizantini. Nel 1064 però, Otranto cadde nelle mani dei nuovi dominatori, i quali non furono da meno rispetto ai loro predecessori, in quanto a modifiche ed innovazioni. Durante il loro dominio infatti, ridefinirono le strutture difensive, sia per quanto riguarda il Castello che le mura. Nel 1088 Otranto assistette alla consacrazione della Cattedrale e, circa un secolo dopo, venne completato il famoso mosaico pavimentale di Pantaleone.

Durante gli anni della dominazione normanna, il porto di Otranto ospitò in varie circostanze i cavalieri delle Crociate. Nel 1256 un importante documento proveniente dal Papa, autorizzava gli otrantini alla costruzione e alla riparazione delle mura e delle torri, e all’armamento del porto. Nel successivo dominio angioino, i continui restauri del Castello, testimoniavano come la città di Otranto diventava sempre più ambita e prestigiosa.

L’attacco da parte dei turchi

Nel 1447 Otranto contava più di 1200 abitanti, dimostrando così, di essere una delle città più popolate della Terra d’ Otranto. Il 28 luglio 1480 una flotta Turca composta da 150 imbarcazioni e 18.000 uomini sbarcò nei pressi dei Laghi Alimini, conquistando nel giro di un giorno l’intera città. Otranto, che in quel periodo contava circa 6.000 abitanti, non potè resistere a lungo, e l’ 11 agosto il nemico riuscì ad entrale nel Castello.

Lo stesso giorno i turchi fecero irruzione nella Cattedrale ed uccisero barbaramente l’ anziano arcivescovo Stefano Agricoli. Il giorno 12 agosto, circa 800 otrantini che si erano opposti alla conversione Islamica, furono crudelmente massacrati sul Colle della Minerva. Da quel momento in poi i turchi divennero padroni di Otranto, ed indisturbati seminarono terrore e morte per quasi tutta la Puglia. Gli Aragonesi si resero conto del pericolo che rappresentava tale occupazione, e nella primavera del 1482, con l’ aiuto degli Stati Italiani, attaccarono il popolo straniero via terra e via mare. Il 23 agosto i turchi subirono un violentissimo attacco che provocò notevoli perdite umane, e il 10 settembre del 1481 restituirono la città, ridotta ormai ad un cumulo di macerie e con una popolazione residua di appena 300 anime.

La ricostruzione e la rinascita di Otranto

L’assedio di Otranto da parte dei turchi ridusse la città in pessime condizioni: il commercio era distrutto, la Cattedrale di Otranto e il Monastero di Casole erano devastati, la popolazione decimata. Questo fu il triste scenario che si presentò al Duca di Calabria, il qualediede vita ad una imponente opera di ricostruzione della Cattedrale e, dal 1485, anche del Castello e delle mura di cinta. L’ ingresso alla città fu rinforzato da due torri circolari chiamate Alfonsine, e su di esse furono poste due iscrizioni commemorative.

Sul colle della Minerva, dove avvenne la strage dei Martiri, fu costruito un tempio dedicato a Santa Maria dei Martiri e si ricostruirono i conventi di San Francesco dei Domenicani e degli Osservanti. Ancora oggi nella Cattedrale di Otranto, sono conservate le reliquie degli 800 Martiri tragicamente massacrati nell’estate del 1480

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